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Intervento dell’Italia al Side Event della CSW69 “Sostegno alle donne e ragazze afghane, a donne, pace e sicurezza”

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(Traduzione di Cortesia)

Cari colleghi, cari ospiti,

prima di tutto, desidero ringraziare tutti i co-sponsor e gli oratori di questo evento.

È un onore rivolgermi a voi oggi, mentre l’Italia ribadisce il suo irremovibile impegno a proteggere e sostenere i diritti umani delle donne e delle ragazze afghane.

Il diritto di ogni individuo a partecipare pienamente alla vita politica, economica, sociale e culturale della propria nazione è indiscutibile, e questo vale anche per le donne e le ragazze, i cui diritti sono attualmente gravemente minacciati in Afghanistan.

Quest’anno ricorre il 30° anniversario della Dichiarazione e della Piattaforma d’azione di Pechino e il 25° anniversario della Risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza, che ha stabilito l’agenda Donne, Pace e Sicurezza.

Tuttavia, nonostante gli innegabili principi richiamati in questi documenti, come il fatto che l’istruzione sia un pilastro per l’uguaglianza di genere e che una pace sostenibile sia impossibile senza la piena, equa e significativa partecipazione delle donne in tutti gli aspetti della società, stiamo assistendo a una preoccupante erosione dei diritti umani delle donne e delle ragazze afghane.

Sin dalla presa di potere da parte dei Talebani nell’agosto 2021, le autorità di fatto hanno emanato una serie di decreti, direttive e pratiche volte a emarginare sistematicamente le donne dalla vita pubblica e dal processo decisionale.

Le donne afghane, infatti, hanno dovuto affrontare significative restrizioni alla loro capacità di lavorare fuori casa e il mercato del lavoro per le donne ha subito un forte calo, caratterizzato da diffuse perdite di posti di lavoro e riduzioni salariali. Inoltre, alle ragazze afghane viene negato l’accesso all’istruzione secondaria e superiore.

Queste azioni non sono solo una violazione dei loro diritti. Sono anche una grave minaccia per la sicurezza dell’Afghanistan, un enorme ostacolo al suo sviluppo e alla sua prosperità e stabiliscono un pericoloso precedente per l’uguaglianza di genere in tutto il mondo.
Pertanto, la comunità internazionale deve riaffermare il suo impegno sia nei confronti della Dichiarazione di Pechino che dell’agenda WPS assicurando il proprio sostegno alle donne e alle ragazze afghane affinché rivendichino i loro diritti fondamentali.

Su questo punto, il pieno rispetto dei diritti umani in Afghanistan rimane una priorità per l’Italia, come recentemente ricordato in occasione della 58a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra.
Inoltre, l’Italia ha anche firmato la dichiarazione congiunta rilasciata dalla Terza Commissione della 79a Assemblea generale delle Nazioni Unite, ribadendo la sua grave preoccupazione per la discriminazione sistemica e istituzionalizzata contro le donne e le ragazze afghane.
Resta fermo il nostro impegno a sostegno del processo di Doha guidato dalle Nazioni Unite. In linea con la Valutazione indipendente del Coordinatore Speciale delle Nazioni Unite per l’Afghanistan, crediamo che i progressi nel dialogo con i Talebani debbano essere accompagnati da progressi concreti da parte delle Autorità de facto nel rispetto dei diritti umani, in particolare in termini di salvaguardia dei diritti delle donne.

L’Italia continuerà a contribuire al sostegno del ruolo vitale della partecipazione delle donne nel promuovere stabilità, pace e sicurezza in Afghanistan. Riaffermiamo inoltre, con risoluta determinazione, il nostro impegno nella difesa dei diritti umani delle donne e delle ragazze afghane. Infine, continueremo a sostenere azioni diplomatiche e umanitarie che sostengano i loro diritti.

Grazie.