(Traduzione di Cortesia)
Signor Presidente,
Illustri colleghi,
Signore e signori,
Siamo qui riuniti oggi per celebrare il 30° anniversario dell’adozione della Dichiarazione di Pechino e della Piattaforma d’azione. Questo non è solo un omaggio al passato, ma anche un’opportunità essenziale per riflettere su ciò che abbiamo realizzato in questi 30 anni e su ciò che deve ancora essere fatto.
Se pensiamo a quei giorni del 1995, possiamo ancora vedere vividamente nella nostra mente la moltitudine di donne provenienti da tutto il mondo per parlare con una sola voce per cambiare radicalmente un mondo costruito dagli uomini e per gli uomini. Possiamo ancora vedere i volti di quelle donne coraggiose. Possiamo sentire le loro voci appassionate e percepire la loro fame di giustizia e uguaglianza.
Sono passati trent’anni da quel giorno e oggi molte più donne partecipano all’occupazione, spesso in posizioni di leadership. I nostri paesi possono contare su donne imprenditrici e scienziate più talentuose e la loro rappresentanza in tutte le sfere della vita pubblica è decisamente aumentata.
Ma nonostante gli alti, ci sono anche i bassi: troppe donne nei nostri Paesi sono vittime di violenza e abusi, vengono uccise da quegli uomini che avrebbero dovuto amarle. Troppe donne sono costrette a rinunciare al loro desiderio di maternità per perseguire le loro aspirazioni di carriera, o, al contrario, a lasciare il lavoro per crescere i loro figli, perché non siamo riusciti a creare un mercato del lavoro a misura di donna e di mamma, che rimane basato principalmente sulla vita degli uomini.
Cari colleghi,
I successi e le battute d’arresto degli ultimi 30 anni sono due facce della stessa medaglia. Nuove sfide complesse e interconnesse ci attendono: l’eliminazione di ogni forma di violenza contro le donne e le ragazze sia offline che online, l’eliminazione di tutte le barriere al pieno raggiungimento dell’emancipazione femminile come strumento di libertà e indipendenza delle donne, il cambiamento demografico, la tutela della maternità come libera scelta anche in circostanze vulnerabili.
L’Italia sta prendendo molto seriamente queste sfide: il Governo italiano è ora guidato da una donna per la prima volta nella storia della nostra nazione e sono particolarmente orgogliosa che – sotto questo Governo – abbiamo raggiunto il più alto tasso di occupazione femminile mai registrato nel nostro Paese.
Sono state introdotte misure strategiche per sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, dall’adozione di agevolazioni fiscali per le aziende che assumono donne e per le madri lavoratrici, al rafforzamento dell’alleanza tra settore pubblico e privato e all’aumento del budget per l’imprenditoria femminile.
La violenza contro le donne e le ragazze è il risultato della difficoltà degli uomini ad accettare la propria libertà, che sconvolge e sfida un sistema sociale obsoleto costruito da e per gli uomini. Sono particolarmente orgogliosa di annunciare oggi che, proprio la scorsa settimana, il governo italiano ha approvato una legge storica che propone l’introduzione del femminicidio come reato distinto e specifico nel codice penale italiano. Una volta adottata dal Parlamento, la disposizione rafforzerà ulteriormente il quadro legislativo italiano già avanzato sulla violenza contro le donne e le ragazze e si prevede che contribuirà fortemente al cambiamento culturale necessario per sradicare finalmente la violenza una volta per tutte.
Cari colleghi,
L’Italia ribadisce il suo impegno per la tutela dei diritti fondamentali e per l’uso di un linguaggio che rifletta i valori condivisi dalle nostre società. A questo proposito, crediamo che gli approcci all’educazione su temi delicati, tra cui l’educazione sessuale, debbano tenere conto delle specificità culturali e del ruolo essenziale delle famiglie. Inoltre, diamo valore a un linguaggio che riconosca chiaramente le differenze tra donne e uomini, rispettando al contempo le loro diverse prospettive.
Grazie.