Nel corso degli ultimi anni, i crimini internazionali legati al saccheggio e al traffico di prodotti del patrimonio culturale sono andati sempre di più a legarsi ad altre attività di crimine internazionale, incluso il finanziamento di gruppi terroristici.
Si è resa dunque necessaria un’azione più mirata rispetto alla sola implementazione della Convenzione UNESCO sui “Mezzi di proibizione e prevenzione degli illeciti nelle importazioni, esportazioni e trasferimento della proprietà dei beni culturali” del 1970.
A questo scopo, nel corso del 2015 e 2016, le Rappresentanze Permanenti di Italia e di Giordania hanno presieduto una serie di meeting al quartier generale delle Nazioni Unite a New York, dedicati a differenti aspetti della protezione del patrimonio culturale.
Inoltre, questa iniziativa è stata organizzata in collaborazione con INTERPOL, UNESCO e UNODC, che detengono una complementare esperienza sul tema. Per assicurare la protezione del patrimonio culturale, Italia, Giordania, INTERPOL, UNESCO e UNODC hanno disegnato una lista di proposte di azioni chiave. Queste proposte sono state elaborate sulla base dei risultati dei meeting, della convenzione UNESCO del 1970, della Convenzione ONU sul Crimine organizzato transnazionale e delle proposte degli esperti che lavorano sul campo.