Intervento pronunciato dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa, al Forum Politico di Alto Livello sullo Sviluppo Sostenibile (HLPF), segmento ministeriale. —
Grazie Presidente.
Onorevoli colleghi,
Distinti delegati,
l’universalità e l’indivisibilità degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ci pongono costantemente di fronte alla sfida di rafforzare la capacità di lavorare insieme a vari livelli per obiettivi comuni. Il successo dell’Agenda 2030 deriverà proprio dalla nostra capacità di governare questa complessità in modo integrato, bilanciato e coerente all’interno degli strumenti nazionali in essere e in previsione.
In questo processo è forte e significativa la partecipazione dei principali attori della società civile. Attraverso l’istituzione del Forum per lo Sviluppo Sostenibile, lanciato a Napoli lo scorso dicembre, il Ministero dell’Ambiente fornisce uno strumento alla società civile fondamentale per garantire, stimolare e rafforzare la sua partecipazione ai processi decisionali inerenti l’attuazione della Strategia e dell’Agenda 2030.
La partecipazione attiva degli stakeholder fornisce una aggiuntiva chiave di lettura alle sfide da affrontare e rafforza il senso di appartenenza, di consapevolezza e di responsabilità. Per questo vogliamo renderla ancora più incisiva.
Il Segretario Generale Guterres ha recentemente definito il cambiamento climatico come il più importante rischio sistemico per l’economia globale e per il prossimo futuro e noi concordiamo pienamente.
L’accesso all’acqua – bene comune -, la salute, la resilienza degli ecosistemi e la sicurezza alimentare ed energetica sono solo alcuni tra i prerequisiti per il nostro sviluppo socio-economico e, al tempo stesso, priorità da salvaguardare quando si contrasta il cambiamento climatico.
L’Italia ha predisposto, attraverso un processo partecipato, un Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima con orizzonte 2030 coerente con gli obiettivi di politica energetica, climatica e dello sviluppo economico del Paese.
Al contempo, stiamo intraprendendo nel quadro dell’Unione Europea il percorso che porterà all’adozione, entro il 2020, di una strategia di sviluppo di lungo termine con orizzonte al 2050.
La transizione energetica è un fattore centrale per una significativa riduzione delle emissioni: il taglio progressivo delle emissioni dal settore energetico deve essere perseguito garantendo politiche per la salvaguardia dell’ambiente e il necessario supporto ai milioni di individui che ancora oggi non possono contare sull’accesso all’elettricità e all’ energia pulita.
È con questo spirito che l’Italia è attivamente coinvolta nella coalizione sulla transizione energetica. L’obiettivo principale è un progressivo miglioramento delle infrastrutture energetiche.
Ma come Paese Italia siamo impegnati, in vista del Vertice di settembre, anche a sostegno della coalizione sui giovani e vogliamo inoltre lavorare sui versanti della resilienza e adattamento e delle soluzioni basate sulla natura.
Siamo poi candidati, in una innovativa formula di partenariato con il Regno Unito che ne assicurerà la presidenza, alla COP 26 sul cambiamento climatico del prossimo anno. In particolare, abbiamo in progetto di ospitare un’iniziativa di confronto e dibattito volta a dare voce alle istanze delle giovani generazioni in un anno che sarà cruciale per valutare e rilanciare gli impegni degli Stati membri verso il raggiungimento degli obiettivi sul clima.
Questa settima sessione del Foro politico di Alto Livello ci offre la grande opportunità di aprire anche un dialogo sull’educazione, uno degli obiettivi più importanti e trasversali dell’Agenda 2030, strumento determinante affinché nessuno sia lasciato indietro.
La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile si avvale di un sistema di vettori di sostenibilità e l’educazione è sicuramente uno di questi vettori.
Vorrei concludere ricordando che l’Italia è pienamente consapevole del dovere solidale di aiutare i paesi partner a raggiungere gli stessi SDG che vogliamo raggiungere sul piano nazionale con sostegni concreti, sono i Paesi più fragili, come le Piccole isole che sono membri dell’Organizzazione AOSIS, che stiamo aiutando ad assumere un ruolo più determinate e incisivo nei negoziati internazionali. Un altro strumento che abbiamo lanciato, sempre a favore dei Piccoli Stati Insulari (SIDS) e dei Paesi meno sviluppati, è il Programma di Capacity Award per l’avanzamento delle capacità e della formazione istituzionale, senza infine dimenticare i Paesi africani che soffrono una marcata desertificazione e perdita di biodiversità, che è vita, in particolare nella fascia del Sahel dove stiamo convintamente intervenendo con significative risorse finanziarie e progettuali. Sia le piccole isole che il continente africano sono nel cuore dell’impegno economico, finanziario e progettuale del paese Italia perché noi seguiamo un principio che nessuno rimanga indietro, le nostre azioni concrete vanno in questa direzione. Ne siamo determinati, lo facciamo perché ne siamo profondamente convinti.
Grazie.