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TESTO
Nel giorno dell’anniversario della nostra Repubblica e nel formulare i più sentiti auguri a tutte le italiane e gli italiani, mai come quest’anno mi sento di citare l’articolo 11 della nostra Costituzione che recita: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
L’aggressione ingiustificata della Russia contro l’Ucraina rappresenta una palese violazione di questo principio e sfida l‘idea di un sistema internazionale fondato sulle regole, tra le quali, in primo luogo la Carta delle Nazioni Unite.
L’art.2 della Carta impegna tutti gli Stati Membri delle Nazioni Unite ad astenersi dall’uso della forza volto a minare l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di un altro Stato. Ed è proprio per difendere i principi della Carta ONU che esattamente tre mesi fa, il 2 marzo, 141 Stati su 193 con soli 5 voti contrari hanno votato una storica Risoluzione dell’Assemblea Generale per deplorare l’invasione russa, chiedere il ritiro delle truppe dal territorio ucraino e ricercare una soluzione diplomatica.
L’ordine internazionale fondato sul rispetto, da parte di tutti, delle regole della Carta ONU e delle principali convenzioni internazionali è l’unico possibile contesto, il solo scenario all’interno del quale Stati e potenze con diversi interessi possono coesistere e, pur nella fisiologica competizione, trovare spazi e opportunità per una cooperazione tra loro, basata sul principio del multilateralismo.
Questa cooperazione è oggi sempre più necessaria per affrontare le sfide comuni globali, dal cambiamento climatico alle pandemie, la lotta alle crescenti e sempre più destabilizzanti diseguaglianze economiche e sociali tra il Nord e il Sud del mondo, la gestione dei flussi migratori, il contrasto alla proliferazione nucleare e al terrorismo.
Queste sfide comuni confluiscono nei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile concordati nel 2015 nel quadro dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per la realizzazione dei quali la strada è purtroppo ancora assai lunga.
Il multilateralismo, per essere realtà e non solo parole, richiede in primo luogo la volontà politica, quindi un’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli Stati e dei governi. Richiede, per la dimensione delle sfide che abbiamo davanti, un investimento consapevole e crescente di risorse finanziarie e umane.
Il multilateralismo costa. L’Italia e l’Unione Europea sono e devono restare in prima linea per investire e difendere un ordine basato sulle regole e sulla realizzazione di ‘beni comuni globali’.
Dobbiamo essere consapevoli che l’alternativa a tale ordine è la guerra, la competizione distruttiva, il crescente impoverimento e la distruzione del pianeta, delle sue risorse, dei suoi valori umani.