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INTERVENTO DI S.E. AMBASCIATORE MAURIZIO MASSARI A NOME DEL GRUPPO UNITING FOR CONSENSUS AI NEGOZIATI INTERGOVERNATIVI SULLA QUESTIONE DELL’EQUA RAPPRESENTANZA E DELL’AUMENTO DEI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA E SU ALTRE QUESTIONI RELATIVE AL CONSIGLIO

(Traduzione di cortesia)

Distinti co-presidenti,

Intervengo a nome di Uniting for Consensus (UfC), un gruppo variegato, interregionale e pro-riforma che comprende Argentina, Canada, Colombia, Costa Rica, Malta, Messico, Pakistan, Repubblica di Corea, San Marino, Spagna, Turchia e il mio paese, l’Italia.

Desidero ringraziare per aver convocato questo terzo incontro dei Negoziati Intergovernativi sulla riforma del Consiglio di Sicurezza per questa 79a Sessione dell’Assemblea Generale, concentrandosi sui metodi di lavoro di un Consiglio di Sicurezza riformato.

La proposta dell’UfC nasce dalla consapevolezza che qualsiasi riforma del Consiglio, e in particolare il suo allargamento, dovrebbe prendere in attenta considerazione i metodi di lavoro del Consiglio e il loro impatto sulla sua capacità di generare risultati concreti. Un Consiglio più rappresentativo e responsabile deve essere anche più efficiente e trasparente. Se è necessario riformare la struttura dell’attuale Consiglio, occorre rivedere anche i suoi metodi di lavoro. Non dovremmo limitarci a concentrarci esclusivamente sulle categorie di appartenenza e sull’assegnazione dei seggi e invece seguire un approccio globale ed equilibrato alla riforma di questo organismo, che tenga conto delle forti interconnessioni tra i cinque gruppi della decisione 62/557. Processi decisionali flessibili, inclusivi e trasparenti sono aspetti chiave di qualsiasi Consiglio di Sicurezza riformato e ampliato.

Allora come possiamo migliorare i metodi di lavoro di un Consiglio di Sicurezza riformato?

Innanzitutto, l’obiettivo primario dovrebbe essere quello di promuovere l’inclusività, l’efficienza e l’ulteriore democratizzazione del Consiglio, garantendo che tutti i membri eletti svolgano un ruolo centrale nei suoi processi decisionali. Tutti i membri del Consiglio devono avere l’opportunità di partecipare equamente alla definizione dell’agenda del Consiglio, alla stesura dei risultati, al coinvolgimento nelle consultazioni e alla presidenza dei suoi lavori, affinché le decisioni siano prese congiuntamente e in modo trasparente.

Inoltre, sosteniamo l’istituzionalizzazione di una distribuzione più equa delle responsabilità, compresa la condivisione di penholdership e delle presidenze degli organi sussidiari tra membri permanenti ed eletti. Sosteniamo inoltre l’adozione di pratiche di lavoro inclusive che garantiscano ai membri non appartenenti al Consiglio un accesso tempestivo e significativo a documenti importanti come progetti di risoluzione, dichiarazioni presidenziali, dichiarazioni alla stampa e altro materiale del Consiglio di Sicurezza (come Elementi per la stampa e Note del Presidente), favorendo così un processo decisionale più rappresentativo e partecipativo. Inoltre, proponiamo di migliorare la qualità analitica del Rapporto annuale del Consiglio di Sicurezza, garantendo che fornisca una valutazione completa e critica delle prestazioni del Consiglio.

L’UfC sostiene misure che aumentino la trasparenza sia del Consiglio che dei suoi organi sussidiari. Ciò include il miglioramento della disponibilità, della frequenza e della qualità dei rapporti formali e informali, dei resoconti riepilogativi e dei briefing per i membri non appartenenti al Consiglio. Ciò dovrebbe estendersi anche al rafforzamento della collaborazione con le organizzazioni regionali e subregionali.

Molti altri miglioramenti non richiedono modifiche alla Carta delle Nazioni Unite e possono essere applicati all’attuale struttura del Consiglio per migliorarne il funzionamento. Ad esempio, nel quadro attuale è già possibile aumentare il coinvolgimento dei membri eletti nell’elaborazione delle risoluzioni e nella presidenza degli organi sussidiari.

Distinti co-presidenti,

L’UfC ritiene inoltre che il Consiglio di Sicurezza e l’Assemblea Generale debbano lavorare in armonia, completandosi e rafforzandosi a vicenda.

È vero che, a causa della sua struttura, il Consiglio di Sicurezza non ha la rappresentatività e il carattere democratico dell’Assemblea Generale, che comprende tutti gli Stati membri. Ciò rende fondamentale migliorare come il Consiglio rende conto nei confronti della piuà ampia memebership delle Nazioni Unite. Come e’ possibile conseguire tale risultato? La risposta sta nelle elezioni periodiche per garantire che i membri del Consiglio continuino a rendere conto all’Assemblea Generale. Il coinvolgimento attivo dei membri eletti nel processo decisionale del Consiglio di Sicurezza è, in sostanza, un esercizio di democrazia. L’aggiunta di nuovi membri permanenti ridurrebbe l’adattabilità del Consiglio e rafforzerebbe ulteriormente l’esclusività, rendendo l’organismo meno democratico e meno rappresentativo.

Per quanto riguarda le consultazioni tra il Consiglio e l’intera membership delle Nazioni Unite, esiste un ampio consenso sulla necessità di miglioramenti. La trasparenza dovrebbe essere considerata la pietra miliare di qualsiasi vera riforma democratica, garantendo che le opinioni e le preoccupazioni degli Stati membri direttamente interessati da qualsiasi questione all’ordine del giorno del Consiglio siano ascoltate e prese in considerazione.

Per quanto riguarda il rafforzamento della cooperazione tra il Consiglio di Sicurezza e altri organi delle Nazioni Unite, l’UfC sostiene una più stretta collaborazione con la Commissione per il Peacebuilding (PBC). Auspichiamo che il Consiglio richieda, ponderi e incorpori regolarmente la consulenza mirata e strategica della PBC nei suoi processi decisionali, in particolare nel contesto delle transizioni di peacekeeping e degli aspetti di peacebuilding dei mandati di peacekeeping, dando adeguato preavviso e tempistiche alla PBC per consentire la fornitura di consulenza tempestiva al Consiglio.

Inoltre, riteniamo che il Consiglio dovrebbe impegnarsi in modo più coerente con i partner multilaterali e regionali, come il Consiglio per la Pace e la Sicurezza dell’Unione africana. Come molte nazioni africane ci ricordano durante le discussioni alle riunioni dell’IGN, gran parte dell’agenda del Consiglio di Sicurezza riguarda l’Africa, e gli Stati africani sono tra i maggiori contributori di truppe e personale di polizia alle missioni di peacekeeping delle Nazioni Unite. Una partnership più strutturata tra il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e il Consiglio per la Pace e la Sicurezza dell’UA potrebbe rafforzare una maggiore titolarità locale e favorire risposte più efficaci ai conflitti. Allo stesso modo, il Consiglio dovrebbe anche promuovere la cooperazione con altre organizzazioni regionali e interregionali competenti.

Distinti co-presidenti,

L’UfC ritiene che un Consiglio di Sicurezza ampliato con membri eletti ne migliorerà l’efficacia e l’efficienza. Ad esempio, negli ultimi decenni la stragrande maggioranza delle proposte, suggerimenti e pratiche per migliorare i metodi di lavoro del Consiglio di Sicurezza sono venuti dai membri eletti, comunemente indicati come E10. Nel corso degli anni abbiamo visto molti altri esempi concreti di come i membri eletti possano contribuire ai lavori del Consiglio, agire in modo efficiente come innovatori e costruttori di ponti.

Illustri Co-Presidenti e colleghi,

Queste sono solo alcune delle idee principali dell’UfC riguardo all’insieme dei metodi di lavoro di un Consiglio riformato. Auspichiamo di continuare il nostro impegno costruttivo nelle discussioni future. Rimaniamo convinti che il pragmatismo dovrebbe guidarci tutti quando affrontiamo una questione delicata come la riforma del Consiglio di Sicurezza. Dovremmo essere tutti pronti a scendere a compromessi e puntare a una riforma per tutti, in linea con i nostri tempi.

Grazie.