Signor Presidente della Repubblica di Palau,
Signor Segretario Generale delle Nazioni Unite,
Gentili Ospiti, Signore e Signori,
E’ per me un privilegio partecipare a questo evento di alto livello che considero la conclusione più adatta dopo anni di discussione su questioni che sono di vitale importanza non solo per lo sviluppo di tutti i popoli e le nazioni della Terra, ma anche per la sopravvivenza dello stile di vita che noi amiamo e che desideriamo poter lasciare in eredità alle future generazioni.
Noi stiamo infatti discutendo oggi uno dei caposaldi più importanti del benessere globale.
Noi sappiamo che la salute degli oceani e dei mari è il guardiano del clima della Terra. Sappiamo che gli oceani e i mari forniscono cibo e opportunità di lavoro per milioni di persone. Sappiamo anche che le attività umane, sia terrestri che marine stanno minacciando queste funzioni (degli oceani e dei mari), così come quella di essere “guaritori” dei danni già fatti all’atmosfera terrestre. Quello che dobbiamo sapere adesso è qual è il modo migliore per preservare e per mantenere la salute degli oceani e dei mari nonostante permangano povertà e crisi alimentari ed energetiche. Dobbiamo essere capaci di muovere la creatività, la ricchezza di risorse e l’ingenuità del mondo per dimostrare al poeta, che una volta disse “anche il mare muore”. di aver avuto torto.
Attraverso i millenni, l’Italia ha imparato a sviluppare un rapporto sano con i mari che la circondano da ogni lato; ciononostante, nell’ultimo secolo questa relazione ha iniziato a incrinarsi e a mostrare alcuni difetti, causati soprattutto da una insostenibile ed eccessiva attività antropogenica. L’Italia condivide i propri mari con altri paesi – i Paesi del Mediterraneo – insieme ai quali, come ha già sottolineato l’Ambasciatore Cardi, ha identificato nella cooperazione e nel partenariato gli strumenti vitali per risolvere sfide comuni e affrontare le minacce che ci troviamo a fronteggiare. La Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento ha stabilito, quasi 40 anni fa, quali azioni dobbiamo mettere in atto per proteggere la capacità del Mare Mediterraneo di continuare ad essere il custode del clima e dei suoi ecosistemi.
L’Italia, consapevole del ruolo fondamentale che ricopre nella Regione mediterranea, è pienamente impegnata nell’attuazione della Convenzione di Barcellona, assicurando la tutela dell’ambiente marino e costiero, contribuendo alla promozione dello sviluppo sostenibile, alla riduzione della povertà e al raggiungimento di relazioni durevoli e pacifiche fra i Paesi della Regione. Questo obiettivo è in questo momento di particolare importanza, alla luce della crisi finanziaria e della instabilità politica e sociale che affligge la nostra Regione. E’ necessario dimostrare un fortissimo impegno e una grande responsabilità sia per proteggere il nostro mare comune sia per dare sostegno a quei Paesi che attraversano momenti di difficoltà.
L’Italia è convinta che questi due obiettivi debbano essere perseguiti individuando aree d’azione prioritarie e attuando progetti per la protezione dell’ambiente marino e costiero nel Mediterraneo. Il processo di attuazione deve rafforzare la capacity building e la competenza tecnologica soprattutto dei Paesi più bisognosi, anche attraverso la piena collaborazione con altre organizzazioni regionali, in particolare l’Unione Europea e l’Unione per il Mediterraneo, garantendo una forte cooperazione nord-sud e ovest-est.
L’Italia ha condiviso le sue esperienze con altri Paesi che affrontano sfide simili, in particolare, con i Paesi caraibici e con i piccoli Stati insulari del Pacifico. Siamo fieri della partnership che l’Italia ha stabilito con i SIDS ben prima che la parola “partnership” diventasse così popolare tra gli esperti del settore e ben prima che venisse inclusa come uno dei temi della Terza Conferenza sui SIDS. Il successo della nostra cooperazione con i SIDS è legato alla natura stessa della collaborazione, ovvero un partenariato genuino nello spirito dell’ottavo obiettivo del Millennio. Insieme abbiamo ottenuto molti risultati. Tuttavia, la minaccia alla salute degli oceani e dei mari è enorme e molto rimane ancora da fare, non solo da parte nostra – Italia e SIDS insieme – ma anche da parte di tutti gli abitanti del Pianeta.
L’Italia farà la sua parte. Il nostro impegno, che ci ha contraddistinto sulle tematiche emergenti – la Conferenza Rio+20, i seguiti di Rio+20 nel processo SDG e nell’istituzione del Foro Politico di Alto Livello – sarà confermato anche negli anni a venire. Con grande orgoglio tra qualche mese, l’Italia assumerà la presidenza dell’Unione Europea durante la quale molti appuntamenti storici avranno luogo. Il Foro Politico di Alto Livello inizierà i suoi lavori e l’Italia sarà in prima linea per garantire che questo organismo diventi lo strumento vitale per la nuova agenda dello sviluppo. La Conferenza di Samoa sarà una sfida per tutti noi affinché vengano sviluppati nuovi e più efficaci modelli di cooperazione con i SIDS – e l’Italia farà la sua parte condividendo le sue storie si successo. Infine, l’evento di alto livello sul clima, convocato su iniziativa del Segretario Generale, offrirà l’opportunità di rinnovare lo sforzo collettivo verso la ricerca di soluzioni vincolanti che possano contribuire ad affrontare la grave minaccia rappresentata dai cambiamenti climatici. L’Italia sarà pronta ad assumere una leadership per la ricerca di questo consenso.
Signor Presidente, signor Segretario Generale, Signori e Signore,
Nel prossimo autunno inizierà il percorso verso la definizione della nuova agenda per lo sviluppo dopo il 2015 e noi saremo pronti a promuovere una visione di benessere globale, di equità sociale e di rispetto per il Pianeta. L’Italia sosterrà, difenderà e aiuterà a realizzare tutti gli impegni globali che la discussione proporrà nel corso di questa settimana e, in particolare, ogni impegno che questo incontro di oggi contribuirà a disegnare per risolvere la sfida di preservare la salute degli oceani e del mare.
Vi ringrazio dell’attenzione.