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UNGASS 2016 – Discorso pronunciato dal Ministro della Giustizia e Capo della Delegazione Italiana, On. Andrea Orlando, alla Tavola Rotonda III su “Temi trasversali: droga e diritti umani, giovani, donne, bambini e comunità” nell’ambito della Sessione straordinaria dell’Assemblea Generale sul problema mondiale della droga

Grazie Signor Presidente, Eccellenze, Signore e Signori,

Nell’allinearci all’intervento dell’Unione Europea, vorremmo condividere alcune osservazioni a titolo nazionale.

1. Il rispetto e la promozione delle libertà fondamentali e dei diritti umani nel quadro delle politiche nazionali e internazionali in materia di droga non è solo un imperativo morale ma anche precondizione per la piena efficacia di tali politiche. L’Italia è

fermamente convinta che la tutela dei diritti umani debba essere parte integrante delle politiche internazionali sulla droga.

2. L’UNGASS è una straordinaria occasione per incrementare i nostri sforzi per porre definitivamente la persona umana, la sua salute e il suo benessere al centro delle politiche in materia di droga, in linea con il fine ultimo delle tre convenzioni sulla droga.

3. Dovremmo esaminare tutte le lacune delle nostre politiche sulla droga dal punto di vista dei diritti umani, in materia di riduzione sia della domanda che dell’offerta, per garantire che l’applicazione delle convenzioni internazionali sulla droga rispetti pienamente gli standard internazionali in materia di diritti umani.

4. A tal riguardo, dovremmo riservare un’attenzione particolare ai bisogni specifici di donne, bambini, giovani e membri vulnerabili della società. Non solo perché essi hanno bisogno di misure specifiche e mirate, per esempio dal punto di vista sanitario e della giustizia penale, ma anche perché i fatti dimostrano come questi membri più vulnerabili della società siano più spesso vittime di violazioni dei diritti umani.

5. Siamo lieti che il documento finale dell’UNGASS includa un riferimento al consenso informato per il trattamento sanitario. Dalla sua introduzione nella legislazione italiana a partire dagli anni ’70, abbiamo potuto verificare come il consenso informato sia un elemento fondamentale per l’efficacia delle cure.

6. L’accesso per fini medici alle sostanze poste sotto controllo internazionale è una delle principali sfide per il sistema internazionale per il controllo della droga ed è anche direttamente collegato al diritto alle cure. Il recente rapporto dell’INCB su tale materia fornisce un contributo molto utile e tempestivo per affrontare questa sfida.

7. L’UNGASS è un’occasione straordinaria per incrementare i nostri sforzi per assicurare che i nostri sistemi penali siano fondati sul principio di proporzionalità, che ha anche implicazioni concrete sul versante della tutela dei diritti umani. Le convenzioni prevedono infatti che “le condotte più gravi siano assoggettate a sanzioni adeguate in particolare con la detenzione” e che quelle di minore gravità non siano da punire necessariamente con severe sanzioni penali. Un approccio meramente punitivo nei confronti del tossicodipendente è contrario allo spirito delle convenzioni e non contribuisce al recupero della persona. E’ necessario il mantenimento di un regime detentivo di lunga durata per i trafficanti di droga. Inoltre, tanto i consumatori quanto i trafficanti di droga dovrebbero beneficiare del diritto di accesso ad un trattamento sanitario più adeguato, della protezione da maltrattamenti e torture e del diritto alla vita.

8. L’applicazione della pena capitale per reati in materia di droga è una evidente violazione dei diritti umani. Come riconosciuto dall’INCB, dall’UNODC e dall’Alto Commissario per i Diritti Umani, la pena di morte non è mai stata nella lettera e nello spirito delle convenzioni internazionali sulla droga, il cui obiettivo ultimo è la salute e il benessere dell’umanità.

Sebbene la preparazione per l’UNGASS sia stata un’utile occasione per stimolare ulteriormente il dibattito su questo tema, ci rincresce che il documento finale non contenga alcun riferimento a tale fondamentale questione. Apprezziamo i passi avanti compiuti da alcuni Paesi per ridurre il numero di crimini punibili con la pena capitale e quelli per limitarne l’applicazione. Sollecitiamo pertanto gli Stati Membri che ancora prevedono la pena di morte per i reati in materia di droga a introdurre una moratoria, come primo passo verso la sua definitiva abolizione.

Grazie per l’attenzione.