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UNGASS 2016 – Discorso pronunciato dal Ministro della Giustizia e Capo della Delegazione Italiana, On. Andrea Orlando, all’Evento a margine su “Drug use and women: best practices in the implementation of programs and public policies for prevention and treatment with gender approach” nell’ambito della Sessione straordinaria dell’Assemblea Generale sul problema mondiale della droga

Sono molto onorato di intervenire a questo Evento dedicato alla tutela del genere femminile in rapporto alla droga.

Ringrazio i Governi del Cile e del Perù per aver condiviso con noi questo momento di confronto.

Questo incontro colma una lacuna di attenzione e di impegno che abbiamo notato negli ultimi tempi circa il legame tra problema della droga e condizione femminile. In molti Paesi le donne sono detenute per reati di droga più che per altri crimini, come ha messo in evidenza l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, con punte del 70-80% in taluni Paesi latinoamericani e asiatici. E il più recente Rapporto mondiale sulle droghe segnala il persistere di barriere strutturali che ostacolano l’accesso delle donne a trattamenti per l’uso di sostanze stupefacenti. Senza contare la maggiore vulnerabilità alle malattie infettive e in particolare all’HIV delle donne che fanno uso di tali sostanze o che sono oggetto di sfruttamento sessuale.

É importante che la UNGASS oggi affronti in modo aperto il discorso delle politiche di genere nella strategie in materia di droga, nella consapevolezza delle condizioni di povertà, emarginazione e discriminazione nell’accesso ai servizi e alle opportunità di recupero che molte donne soffrono in varie parti del mondo.

Permettetemi di ricordare con gratitudine ed apprezzamento l’intervento svolto da Emma Bonino nel corso della Commissione sullo Status della Donna un mese fa circa. Condividendo quella impostazione, il Governo italiano si candida ad assumere un ruolo propulsivo su questo argomento, promuovendo un approccio articolato che si basa sui diritti della persona, la sanità pubblica, lo sviluppo sostenibile, la riduzione del danno e l’ottica di genere.

Il punto di partenza delle nostre azioni sono quelle parti dell’Outcome document dedicate alla tutela dei generi più vulnerabili tra cui donne e bambini. Ma dobbiamo andare oltre.

E’ necessario assicurare alle donne – comprese quelle detenute – servizi sanitari adeguati e counseling specifico, un accesso tempestivo ai test volontari per l’HIV e ai servizi di sostegno, riabilitazione e reintegrazione sociale; individuare i fattori protettivi e di rischio, come pure le condizioni che continuano a rendere le donne e le ragazze più vulnerabili allo sfruttamento ed al loro coinvolgimento nel traffico di droga; integrare la prospettiva di genere ed assicurare il coinvolgimento di tutte le donne in tutte le fasi dello sviluppo, attuazione, monitoraggio e valutazione dei programmi e delle politiche sulla droga, al fine di contrastare fermamente le discriminazioni nei confronti delle donne tossicodipendenti e dei loro figli.

Per proporre interventi davvero efficaci ed efficienti, occorre tenere presente la diversità delle situazioni, le differenze psicologiche, sociali ed ambientali, la diversità delle ragioni che spingono le donne al consumo di sostanze, la diversa esposizione al rischio, la diversa sensibilità delle ragazze rispetto a quella dei ragazzi e la loro diversa fragilità.

Nel settore delle attività di prevenzione e cura devono essere garantiti interventi di diagnosi precoce che, nella futura madre, devono avviarsi già nel periodo della gravidanza per la tutela del nascituro.

L’Italia si sforza di dedicare un’attenzione particolare alle questioni gender oriented in materia di droghe. Nel 2012 abbiamo promosso la Risoluzione 55/5 intitolata “Promuovere strategie e misure orientate ai bisogni specifici delle donne nel quadro di programmi e strategie complete e integrate per la riduzione della domanda” in materia di tutela del genere femminile, per colmare quel gap esistente tra generi diversi soprattutto in materia di riduzione della domanda di droga (prevenzione, cura, riduzione del rischio e del danno, riabilitazione sociale e lavorativa e ricerca scientifica).

Abbiamo sviluppato, con il coordinamento del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e in collaborazione con UNODC e UNICRI, interventi specifici, linee guida, corsi di formazione rivolti a donne/ragazze particolarmente vulnerabili, a coloro che usavano sostanze stupefacenti in modo occasionale ovvero già dipendenti da sostanze.

Queste strategie sono state replicate e condivise anche a livello internazionale, specie in collaborazione con gli Stati aderenti al Gruppo Pompidou del Consiglio d’Europa, e con la rete Mednet che esplica la sua attività sui Paesi dell’area del Mediterraneo.

A livello europeo abbiamo fortemente voluto che sia nel Piano d’Azione Droga (2013-2016) che nella Strategia UE (2013-2020) fosse inserita una parte dedicata alla tutela del genere femminile.

Desidero ringraziare il Messico ed il gruppo di Paesi Latino Americani che alla scorsa Commissione Droga hanno presentato una Risoluzione che tiene in considerazione e completa la Risoluzione da noi presentata nel 2012.

E rivolgo infine la nostra soddisfazione e apprezzamento per il lavoro svolto in questi anni dal Gruppo Pompidou del Consiglio d’Europa, che ha saputo conseguire ottimi risultati in questo settore che vanno al di là di un semplice scambio di informazioni tra i Paesi aderenti. Penso all’attività del Gender Equality Rapporteur che ha il compito di garantire una particolare attenzione al genere femminile nell’ambito del problema della droga.

Vi ringrazio.